Sotogrande e Marbella

Lasciamo Cartagena nel pomeriggio e abbiamo davanti a noi 240 miglia verso ovest.

All’inizio abbiamo (come sempre) vento sul naso e una brutta onda contraria: ovviamente io comincio a stare male per cui ci mettiamo a bordeggiare. A metà della notte le cose migliorano ma cala il vento e continuiamo quindi a motore su un mare che si appiattisce fino a diventare davvero liscio come un olio.

Navigazione tranquilla con avvistamento di diversi gruppi di balenottere addormentate (Jax, il nostri fish expert dice che sono “long finned pilot whale) che galleggiano sulla superficie e non fanno una piega quando ci avviciniamo. Tramonto da 10 e lode.

SOTOGRANDE

Arriviamo a Sotogrande alle 4am della seconda notte per cui buttiamo l’ancora e ci facciamo una bella dormita in rada. Fabio fa anche l’ultimo bagno nel Mediterraneo ma l’acqua è gelida …. anche a detta sua!.

Vediamo in lontananza la rocca di Gibilterra e la costa marocchina … ci sta proprio chiamarle le colonne d’Ercole, sembra proprio che oltre ci sia da saltare nel buio e incomincia a venirmi un po di agitazione pensando di lasciare il Mare Nostrum e lanciarci al di là nell’oceano.

Le Colonne d’Ercole nella letteratura classica occidentale indicano il limite estremo del mondo conosciuto. Oltre che un concetto geografico, esprimono metaforicamente anche il concetto di “limite della conoscenza”. Geograficamente e tradizionalmente, visto che la loro esistenza è presunta, esse vengono collocate, una in corrispondenza della Rocca di Gibilterra, e l’altra sulla montagna Jebel Musa, che si affaccia sullo stretto di Gibilterra.

Il Porto di Sotogrande è un agglomerato residenziale di recente costruzione che oltre al porto ha una serie di canali con ville e posti barca che si snodano fra isollette e stradine piene di palme. Ricorda moltissimo Sentosa.

Ma perchè ci siamo fermati proprio a Sotogrande? Perchè era un posto sicuro dove far consegnare l’Aquamot: il motorino elettrico che ha fatto il giro d’Europa. L’abbiamo lasciato a Lefkada, poi è andato ad Atene, poi in Austria per essere riparato (aveva preso un filo da pesca ed era entrata acqua nel motore) ed infine ha attraversato la Spagna.

Ci sono tantissimi ristorantini e negozi eleganti e un’aria vacanziera molto chic e un po finta; cene molto carine e andiamo anche a fare una lunga passeggiata fra le palme e le isolette e poi un pranzetto sulla spiaggia spazzata dal vento.

MARBELLA

Noleggiamo una macchina per un giorno e andiamo a Marbella che dista solo una cinquantina di km verso est. In realtà la macchina l’avevamo presa perchè ci avevano detto che dovevamo andare al border a far timbrare i passaporti prima di lasciare EU ma per fortuna abbiamo controllato e non era vero (forse uno scherzo?) per cui scatta la gita.

A Marbella non c’è un granche da vedere ma è solo una città dove gironzolare, mangiare tapas, stare in spiaggia e comunque respirare una vibe molto simile a Cannes e alla costa azzurra in generale.

Da vedere sono il centro storico e il lungomare. Andiamo prima nel centro storico all’interno delle antiche mura con stradine strette fra case bianche. Un susseguirsi di negozi di vestiti, scarpe e gioiellini…. ma come si fa a non comprare nulla?? Infatti…

Andiamo nel centro principale costituito da Plaza de los Naranjos (piazza degli aranci) un esempio di rinascimento castigliano, rettangolare con tanti alberi di arance che emanano un buon profumo.

Pranzetto con le tapas e poi andiamo sul lungo mare che è lungo piu’ di 8 km: tutto pedonale con alberi potati benissimo a forma di fungo.

Ci sediamo in un beach club per un caffe e per guardare il mare.

Al ritorno andiamo al centro commerciale a fare lo spesone: è un El Corte Ingles e ha davvero di tutto di piu’ ma noi comperiamo solo le cose non deperibili di cui fare scorta.

Ultima cena in Spagna: domani si va a Gibilterra