1 Agosto: con l’omino dell’agenzia andiamo in macchina al controllo passaporti che sta vicino al porto e poi …via. Tipota lascia la Turchia dopo quasi un anno in queste acque. Navighiamo a nord verso Samos per circa 5 ore e riusciamo a fare solo qualche tratto a vela perchè il Metlemi non si è ancora stese per bene.

Tramite l’app Navily avevo prenotato per tempo un posto nel porto di Pithagorion. C’è anche un marina poco lontano ma volevamo un po di vita e stare vicino ai localini per cui siamo felicissimi di questa scelta: siamo ormeggiati proprio sul passeo principale, con acqua e corrente a 50 euro a notte. Molto movimentato, con andi e rivieni di gente e musica alla sera, ma ogni tanto ci sta anche.

Sbrighiamo le pratiche burocratiche: ufficio passaporti, dogana e guardia costiera. Ovvimante i posti non sono uno vicino all’altro e sono disponibili dopo le 18 per cui in attesa dell’orario giusto ci beviamo una birra da clandestini.

Dopo una bella doccia facciamo due passi ed è difficile scegliere un posto per cena: ce ne sono troppi e sono tutti molto carini e tipici.

PYTAGHORION: La città prende ovviamente il nome da Pitagora che qui è nato (ma poi se ne è andato a Siracusa) ma fino al 1955 si chiamava Tigani che equivale a “padella” per la forma del porto oppure deriva da “dogana”….mah

Pythagorio è costruita sull’antica città di Samo. Alcune rovine dell’antica città sono oggi incorporate nelle case moderne di Pythagorio. L’antica città raggiunse l’abbondanza intorno al 530 a.C. sotto il tiranno Policrate. A quel tempo Samo divenne un potente stato nautico. Questo potere portò ricchezza e prosperità, il che è evidente dalle grandi opere del periodo, come il grande acquedotto (parte del quale è il Tunnel di Eupalinos), il tempio di Heraion e il porto di Samo. Oggi molte di queste opere possono essere viste nella città moderna e nelle aree vicine. Anche l’antica fortificazione rimane.

Samo fu conquistata dai persiani e decadde per un po’. Samo prosperò di nuovo per due brevi periodi: prima durante il III secolo sotto il governo di Tolomeo (quando visse Aristarco), e secondo sotto il governo romano. Le rovine del periodo romano sono visibili oggi, circa mezzo chilometro a ovest di Pythagorio. Il porto di Samo rimase importante durante il periodo bizantino. Rovine del periodo bizantino sono visibili nell’area della Torre di Logothetis sul lato occidentale del porto.

2 agosto: eravamo davvero stanchi e con l’aria condizionata abbiamo fatto una bella dormita. Colazione e poi scarpe da ginnastica+zainetto e andiamo in esplorazione della citta’.

Vorremmo vedere il castello del 1800 le cui rovine si vedono anche dal mare ma non riusciamo a trovarne l’ingresso ma capitiamo per caso sulla Blue Street: stadina con dipinti blu a terra e tutto intorno. Bellissima vibe.

Proseguiamo e convinco Fabio ad entrare anche al Museo Archeologico: ci sono un sacco di anfore e un po di statue del periodo romano. La ricostruzione di una casa antica e monete d’oro di epoca greca che un ragazzo ha trovato in un forziere sulla spiaggia qualche anno fa. E poi all’esterno ci sono le rovine di una villa romana, delle terme ecc ecc.

Proseguiamo sulla strada rovente (sono le 2 pm) verso ovest e andiamo a vedere il tunnel di Eupalino.

Nel VI secolo a.C. Samo era sotto il potere del famoso tiranno Policrate. Durante il suo dominio, due squadre (una partiva da nord e una da sud), sotto la direzione dell’architetto Eupalino di Megara, scavarono una galleria attraverso il monte Kastro e costruirono un acquedotto per rifornire di acqua l’antica capitale dell’isola di Samo (ora chiamata Pythagoreion). Si trattava di un’opera di difesa di estrema importanza, poiché il fatto che l’acquedotto fosse sotterraneo non poteva essere facilmente individuato da un nemico che, altrimenti, avrebbe potuto tagliarlo e interrompere l’afflusso d’acqua.

L’acqua proveniente da una sorgente veniva incanalata in un grande tubo di argilla che correva in una galleria piu bassa mentre alcuni metri piu’ in alto correva la galleria per passaggi umani per il controllo e il drenaggio. Eupalino fece i calcoli esatti e i due tronconi di tunnel si incontrarono con uno scarto di solo 4 cm. Il tunnel finale ha un percorso di piu’ di 1 km.

L’acquedotto di Eupalino fu utilizzato per un migliaio di anni e fu riscoperto nel 1882-1884 seguendo le indicazioni scritte da Erodoto senza le quali sarebbe stato impossibile trovarlo.

Si entra a gruppi con la guida e noi facciamo il tour piu’ breve che ci porta all’interno per circa 180 metri: fa un bel freschetto ed è ovviamente umido e bagnaticcio e ad ogni passo ci chiediamo “ma come hanno fatto a farlo 2500 anni fa”?

Torniamo in paese ormai in tempo solo per un gelato pomeridiano e poi andiamo a rilassarci in barca.

Laviamo bene la barca fuori e facciamo un po di ginnastica sul tappetino a prua al tramonto. Segue cenetta in un altro ristorantino con partita a burraco.

…e aspettiamo Claudia e Jo che arrivano domani!