Mattinata sonnecchiosa ma molto calda…oggi ci lamentiamo perchè non c’è nemmeno un filo di vento. Io e Fabio facciamo un giro in sup e attraversiamo il canale che attraversa l’istmo che collega le due isole e andiamo fino al porto.
Torniamo entusiasti e lanciamo l’idea di andare in paese: solo in 4 saliamo pero’ sul Potino (io, Fabio, Maurizio e Franci) mentre gli altri 2 stanno in barca.
A gran fatica il moribondo Potino arriva al porto e sotto un caldo atroce noi cominciamo a gironzolare per le stradine in salita. L’interno del paese non è un granchè ma quando ritorniamo sul lungo mare che si affaccia verso la terra ferma le cose cambiano ed è tutto un susseguirsi di baretti, ristorantini e negozietti.
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Ci fermiamo in una taverna per un’insalata guardando le barche che passano il canale che è largo solo qualche centinaio di metri e da’ davvero l’impressione di stare al lago.
Proseguiamo ancora nel centro per stradine e piazzette molto tipiche e carine e mi compero il boccaglio nuovo dove non entra acqua e poi facciamo una spesa con le solite cose (pomodori, formaggio, lenticchie, mele e….bollicine).
Al ritorno verso Tipota, il Potino molla il colpo e si spegne (deve avere piu’ di un problema, perchè adesso la batteria dura pochissimo) e dobbiamo remare controvento perchè proprio ora si è alzata un po di brezza.
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Sistemiamo la spesa, facciamo qualche bagnetto e salpiamo. Giriamo intorno all’isola e percorriamo lo stretto canale (largo 200 mt) con il passaggio segnalato da boe rosse: è davvero bello! Ho fatto anche un bel video ma è troppo lungo da allegare.
Usciti dal canale viriamo verso la sinistra e proprio davanti all’isola di Ag. Georgios sulla nostra destra c’è un incendio (non vediamo pero’ le fiamme) mentre è uno spettacolo vedere gli elicotteri succhiare acqua dal mare e i canadair arrivare quasi in formazione e sganciare tonnellate d’acqua…e continuano per ore (quello qui sotto è un video con musica adatta all’occasione).
Arriviamo al tramonto in una baia a est dell’isola di Agistri dove tutti hanno ormeggiato con cima a terra.
Per fortuna c’è anche il Mauri e non c’è vento per cui questa volta non ci mettiamo molto ad attraccarci per bene. Il posto è davvero bellissimo e l’acqua è trasparentissima.
Sul momento di salire sul Potino per andare alla taverna a cena arriva una barca con una coppia di spagnoli simpatici che fanno fatica ad ormeggiare con la cima a terra, ci siamo passati e quindi Mauri e Fabio li aiutano a sistemarsi di fianco a noi. Il giorno dopo Manuel (questo il nome del capitano) ci portano una buonissima bottiglia di Tepranillo del Duero.
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La taverna è in un piccolissimo porticciolo di barchini che collega un’altro isolotto. Dopo aver girato diverse isole della Grecia sono arrivata alla conclusione che gli antichi adoravano costruire istmi e collegare le isole vicine (ne ho già trovati 3).
Di fronte a noi c’è ancora un altro alto isolotto con in cima un monastero.
Cena un po’ veloce (c’è il doppio turno come a Milano) ma con un tramonto stupendo.
Torniamo in barca e il Potino ce la fa a portarci indietro nonostante l’indicatore di carica sia a zero.