Arriviamo al Marina di Mindelo il 23 novembre, giusto un giorno dopo che è partita la Arc+ con le sue 100 barche (non per caso, avevamo pianificato tutto fin da luglio a ritroso a partire proprio da questa data) e ci rimaniamo una settimana.
Qui ci sono ovviamente solo barche che stanno per attraversare l’Atlantico: e si vede! Tutte attrezzate con pannelli solari, generatori eolici, starlink e reti appese con la frutta e la verdura. Non sono particolarmente curate e belle, ma molto “navigate” e toste, la maggior parte sono francesi e si potrebbe scrivere pagine di storie e avventure per ognuna di esse.
Sui pontili girano continuamente ragazzi che cercano un imbarco.
Poi c’è il floating bar dove ci si ritrova tutti. Musica caraibica, ombrelloni rossi e vento sullo sfondo di tante chiacchiere fra personaggi con la barba, i codini, i tatuaggi, i piedi scalzi e le rughe del sole.
Il paese è proprio attaccato al marina e si distende con case basse molto colorate, parecchie in stile coloniale. Le strade principali sono acciotolate ma non c’è un vero e proprio centro storico….anzi, non c’è proprio un centro! Le principali cose da vedere sono:
Mercato municipal: un mercato al coperto su due piani dove si vende un po di tutto ma principalmente roba fresca. Noi ci facciamo lo spesone prima di partire
Praja di Lagigna: questa bellissima spiaggia si trova proprio in paese. Ha sabbia bianchissima e l’acqua è meravigliosa. In lontananza si vede un irto scoglietto che ricorda molto lo Strombolicchio. C’è un ciringhito molto carino dove andiamo per ben due volte.
Una volta arrivato il nostro equipaggio (Enzo e Luca) facciamo una gita intorno all’isola su un minivan con driver: saliamo prima in cima al Monte Verde (questo è per davvero piu’ verde del resto) ma non vediamo un granchè perche siamo a 700 mt in mezzo alle nuvole. C’è chi vive qui coltivando mais sfruttando la poca umidità data dalle nuvole.
Andiamo poi sulla spiaggia di Salamansa che è una distesa di sabbia gialla deserta battuta da ondoni. Seguitiamo fino a Calhau dove facciamo un pranzetto e poi andiamo nella spiaggia vicina dove ci sono belle onde ed Enzo riesce a surfare per un po. In questi isolati villaggi si vede molta povertà e una netta connotaione africana.
Anche se una delle principali fonti di reddito è data dal turismo, bisogna dire che non c’è particolare attenzione al servizio. Nei ristorante l’attesa minima fra l’ordine e la prima portata è di un’ora….abbiamo provato a stare seduti anche 3 ore per mangiare due portate.