Facciamo colazione e un breve bagnetto qui ad Aktur e per la prima volta facciamo volare anche il drone. Non è solo la prima volta della vacanza ma la seconda volta che vola questo drone. Il primo drone che abbiamo avuto si è bloccato sopra un albero di Cempedak (isola in Indonesia) e Fabio ne ha trovato uno ugualissimo di seconda mano cosi’ da poter utilizzare tutti gli accessori. Da allora non c’è mai stata piu’ occasione per cui questo drone ha volato oggi per la prima volta da “anziano”, eh si, perchè la tecnoligia in questi anni è evoluta un bel po. Comunque, con i soliti patemi di quando lo si fa volare sull’acqua, è tornato alla base con belle foto.
Salpiamo e dopo circa 4 ore arriviamo a Knidos: grande sorpresa! Ormeggiamo sul moletto buttando l’ancora in un’acqua che dire trasparente è poco …ma non è questo. E’ che siamo attaccati ai resti dell’antico teatro greco e proprio dentro all’antica citta di Knido!
Città della Caria. Fu fondata da Spartani o da Argivi e fece parte dell’Esapoli dorica. Sottomessa ai Persiani, passò sotto l’impero di Alessandro Magno e ai Tolomei. Resa libera nel 190 a.C. dai Romani, fu loro alleata.
Lo sviluppo edilizio di C., iniziato nel 5° sec. a.C., seguitò fino all’età imperiale. Le mura cingevano tutta la penisola e chiudevano la città lungo la cresta della collina circostante, sulle cui pendici fino al mare si sviluppava l’abitato, con l’acropoli, due teatri, un mercato, un ginnasio, uno stadio, vari templi (fra cui quello di Apollo Karneios, dove si celebravano cerimonie per i giochi dorici) ed edifici civili. Aveva strade a scacchiera regolare con insule rettangolari, cardine massimo sull’asse dell’istmo fra i due porti. Il santuario maggiore era quello di Afrodite, situato in posizione elevata, con il celebre simulacro di Prassitele.
La battaglia di Cnido. – Presso Cnido si combatté ai primi di agosto del 394 a. C., una battaglia navale tra la flotta spartana, comandata da Pisandro, cognato del re Agesilao (v.), e quella persiana, agli ordini dell’ateniese Conone (v.). Le due armate erano rimaste a fronteggiarsi inattive durante i primi mesi dell’estate: quella spartana presso Cnido, quella persiana nel porto di Loryma, alla punta meridionale del Chersoneso Rodio. Pisandro, potendo contare su 85 navi soltanto, né essendo prevedibile un sollecito arrivo di rinforzi, preferì attaccare senz’altro la flotta di Conone, prima che ad essa si unisse la fenicia, che già si sapeva essere in rotta al comando di Farnabazo. Invece la congiunzione delle due armate era già avvenuta, all’insaputa di Pisandro: il quale si trovò di fronte così una forza quasi doppia della sua. La battaglia si svolse probabilmente a nord-ovest dell’isola di Rodi. Quando dietro alla flotta di Conone, che attaccava in testa, apparve la squadra fenicia, gli alleati di Pisandro, schierati all’ala sinistra, fuggirono verso la costa, seguiti dal resto della flotta. Soltanto una trentina delle navi spartane arrivarono in salvo nel porto di Cnido: le altre furono affondate o catturate da Conone. Pisandro morì nella mischia.
Qundi oggi abbiamo navigato proprio dove si è svolta la battaglia fra Pisandro e Conone e ora siamo ormeggiati nel porto antico, quello turistico, diciamo.
L’altro porto piu’ a nord era stato scavato a mano e chiuso con una imponente porta e costituiva il porto militare.
Scendiamo a terra al tramonto e gironzoliamo fra migliaia di resti: colonne, capitelli, muri…purtroppo non è rimasto un granche ma camminando si percepisce la dimensione della citta. E chissa cosa doveva essere arrivare dal mare e vedere tutti i templi di marmo bianco! Ci sono resti ovunque, anche sul promontorio di fronte si vedono terrazzamenti. Si dice che volevano inizialmente scavare sull’istmo e rendere dunque il promontorio un isola ma poi l’oracolo di Delfi gli ha detto che se Apollo avesse voluto un’isola li’ se la sarebbe fatta da solo!
Cenetta romanticissima sotto ad un vecchio leccio.