Galapagos – Santa Cruz -2

Venerdi 19 aprile ritorniamo a Santa Cruz; sono sempre 45 miglia ma questa volta dobbiamo farle tutte a motore.

Ci godiamo l’ultima giornata con i Pieretti fra shopping e pulizia della barca e poi li salutiamo.

Domenica 20 aprile è Pasqua per cui decidiamo di non fare nessun lavoretto. Preparo le uova sode e le coloro con i pennarelli cosi possiamo fare anche noi ciack ciak: si picchiano a due a due le uova e vince quella che non si rompe. E’ una tradizione greca penso, che manteniamo tutti gli anni e ora anche le ragazze negli USA (nonna Bruna sarebbe davvero orgogliosa). Andiamo a fare una lunga passeggiata alla spiaggia di Tortuga Bay. Si trova a soli 3,5 km verso est dal paese di Porto Ayora dove siamo ancorati e si raggiunge con un camminamento pedonale tenuto benissimo che attraversa la fitta vegetazione fatta di arbusti e cactus. Inoltre ci si puo’ andare senza guida, peccato che affrontiamo la passeggiata a mezzogiorno e fa un caldo tremendo. Alla fine pero’ lo spettacolo è davvero unico: una lunghissima e larghissima spiaggia di dura sabbia bianca con tante onde e vento. E non c’è nessuno!

Percorsa tutta fino in fondo si attraversa una piccola penisola e si arriva ad un’altra spiaggia piu’ piccola con il mare calmissimo….quasi lagunoso. Qui ovviamente c’è un po di gente. Facciamo anche noi il bagno ma non ce lo godiamo molto perchè l’acqua è molto torbida e ci sono tantissimi tafani a cui piace molto la schiena di Fabio.

Abbiamo un po di problemini in barca da risolvere, niente pero’ che possa inficiare la navigazione

Il freezer si è rotto ancora e il tecnico Jamie con i suoi aiutanti passa ore a cercare la perdita del freon. Sembra risolto per ben tre volte ma alla fine…..probabilmente faremo a meno del freezer fino a Tahiti dove Amel ci spedirà un nuovo gruppo.

Uno dei due pannelli solari non carica le batteria: Fabio ci perde un giorno intero ma alla fine trova il problema e aggiusta.

La batteria 12v del motorino di avviamento non funziona piu’. Ne abbiamo una seconda che funziona benissimo ma ne comperiamo una di scorta che troviamo alla Bodega Blanca: una specie di Brico dove ormai tutti i commessi ci conoscono.

Intanto faccio anche cambusa per la traversata: abbiamo davanti 3 settimane in mare forse senza freezer. Speriamo di pescare parecchio (ma non pesci troppo grandi) ma ho comunque preso tante uova, lenticchie e scatolame vario. In realtà potremmo sopravvivere mesi con il cibo che abbiamo in barca.

Portiamo in lavanderia 4 sacchi della biancheria delle ultime 3 settimane con 2 round di ospiti…comodo ma fanno un disastro e mi rovinano le lenzuola che è una cosa a cui tengo molto perchè sono personalizzate. Ci mettto due giorni di candeggina per cercare di uniformare il danno per cui ora due set invece che grigi sono rosa :). non metto la foto.

Ed infine facciamo anche il pieno: eravamo arrivati proprio a secco per cui ci portano con il barchino ben 650 litri di gasolio in taniche ma per fortuna hanno una pompa

I piani prevedevano di salpare venerdi 25 aprile ma non abbiamo realizzato che bisogna sottomettere la richiesta di uscita dal paese con 2 giorni di anticipo per cui abbiamo un giorno libero che ci godiamo sulla terra ferma.

Noleggiamo due bici e in taxi (qui i taxi sono tutti dei pick up bianchi molto economici) ci facciamo portare sull’altopiano in centro all’isola dove ci sono i Los Gemelos.

In realtà non sono dei crateri ma due profondissime fosse causate dal crollo di camere magmatiche vuote dopo un’eruzione. C’è un sentiero che bordeggia entrambi i crateri. Le foto purtroppo non rendono l’idea della reale profondità.

È questo l’unico posto dell’isola in cui si trova la foresta di alberi di scalesia , appartenenti alla famiglia 
delle scalesia pedunculata: sono alberi che fanno tanta barbetta. Il piu’ pericoloso nemico di questa specie endemica è costituito dalle piante di more, introdotte qui dall’uomo e che qui sono infestanti perchè non hanno predatori o parassiti naturali

Cominciamo la lunga discesa e troviamo un accumulo di case con un solo negozio che per fortuna è una panetteria per cui per pranzo mangiamo pane e un pezzo di formaggio: buonissimo. Seguiamo una deviazione e andiamo al El Chato Ranch che è un centro di preservazione delle tartarughe giganti. Anche qui tutto in discesa sullo sterrato….solo che poi bisogna risalire.

Con la guida scoviamo alcune tartarughe enormi, solo maschi perchè le femmine sono andate verso il mare a depositare le uova. Entriamo poi in due tunnel lasciati dalla lava che scorreva a valle.

La risalita in bici sull’altopiano è stata davvero dura, una faticaccia a cui si aggiunge che io sono stata attaccata dalle formiche che pungevano mentre Fabio di è preso un sacco di cacca da uccelli 🙂 Comunque terminata la salita sullo sterrato c’è stata una lunga discesa di piu’ di 20 chilometri.

Arriviamo in barca, doccetta e poi andiamo a farci fare un meraviglioso massaggio di coppia! Che libidine!

Ultima cena con il brujo (ci sarà un post apposito su questo pesce) e poi pratiche di uscita. Prima si va all’immigration per avere il timbro sul passaporto e poi vengono a fare l’ispezione in barca per essere sicuri che non ci portiamo via nessuna tartaruga (come invece facevano gli antichi naviganti).

Alle ore 12 del 26 aprile salpiamo e lasciamo le Galapagos: abbiamo davanti 3.000 miglia di navigazione il che vuol dire che arriveremo alle Marchesi fra circa 3 settimane.

3 Comments

  1. Luciano Bertuzzi (ex Oracle)

    Un bel reportage, bellissime le tartarughe giganti, quasi come quelle delle Seychelles, ci vediamo allora alle Marchesi verso fine Maggio…buon vento !

  2. Silvia V

    Quante avventure alle Galapagos!! Che posto stupendo

  3. Cesare Lenisa

    Fantastico! Le Galàpagos sono una delle mie destinazioni da sogno

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