
L’arcipelago delle Galapagos è costituito da 18 isole vulcaniche e fanno politicamente parte dell’Ecuador, sono distribuite a nord e a sud dell’equatore, che attraversa la parte settentrionale dell’isola più grande, Isabela; le più vecchie geologicamente datano circa 4 milioni di anni, mentre le più giovani sono ancora in via di formazione.
Il relativo isolamento dovuto alla distanza dal continente e l’ampia varietà di climi e di habitat dovuta alle correnti marine della zona (la Humbolt, fredda nel semestre invernale e quella del Nino, calda in quello estivo) hanno portato all’evoluzione di numerose specie endemiche di animali e vegetali, dalla cui osservazione Charles Darwin ha tratto ispirazione per la formulazione della teoria dell’evoluzione.
E’ possibile ormeggiare solo in 4 posti: a Santa Cruz (Puerto Ayora), a San Cristobal (Puerto Baquerizo Moreno), a Isabella (Puerto Villamil) e a Floreana (Puerto Velasco Ibarra). Non esitono porti veri e propri, si tratta di baie dove è possibile gettare ancora. Non è vietato, ma fortemente sconsigliato, utilizzare il dinghy per andare a terra in quanto ai leoni marini piace molto salirci sopra, per cui meglio chiamare sul canale 14 il water taxi che costa solo 1 usd a tratta.
Il nostro porto d’ingresso è Santa Cruz dove ci fanno l’ispezione (https://www.vacirca.com/entrare-alle-galapagos/). Rimaniamo pero’ solo per una notte ma facciamo in tempo a far riparare il freezer e lo shaft brake: mano d’opera competente e molto efficiente.
L’8 di aprile ci spostiamo sull’isola di San Cristobal. Sono solo 45 miglia ma purtroppo durante la traversata un’onda gigantesca e non prevista copre tutta la prua della barca e ….. noi avevamo lasciato aperti gli oblo’ di prua: una cascata di acqua entra in barca e inonda tutto. Un errore da principianti! Letti, materassi, lenzuola delle due cabine di prua tutto inzuppato…e poi entra nei gavoni: tutta la scorta di carta igienica, scottex….insomma tutto bagnato fradicio. Togliamo secchi di acqua, stendiamo fuori, asciughiamo tutto: un lavoraccio e rimane comunque tanta umidità e odore di sale per alcuni giorni!



Arriviamo a San Cristobal intorno alle 7 e corriamo al dive center dove abbiamo prenotato un’immersione per domani e dobbiamo provare tutta l’attrezzatura. Poi pisco sour e cenetta tranquilla sempre offerta da Ed in un posticino vicino alla statua di Charles Darwin, che segna il sito originale in cui sbarcò per la prima volta nelle Isole Galapagos durante il secondo viaggio della HMS Beagle il 16 settembre1835.
Ahh San Cristobal è la capitale delle Galapagos anche se ha una popolazione di soli 8.000 abitanti, la metà di Santa Cruz
Mercoledi 9 aprile: immersione a Kicker Rock o, come qui viene chiamato, il leone dormido. è ciò che resta di una formazione conica di tufo verticale, che si erge per quasi 153 metri dall’oceano. L’erosione ha dato alla roccia la sua forma caratteristica, che alcuni interpretano come una scarpa, da cui il nome Kicker Rock, altri la vedono come un leone marino addormentato, o Leon Dormido in spagnolo.
Siamo in una dozzina sulla barca attrezzata per le immersioni ed un simpatico istruttore ci fa un completo brefing iniziale. Io sono la piu’ scadente avendo fatto solo una decina di immersioni di cui l’ultima 8 anni fa (c’è chi ne ha fatte 200).



Facciamo due immersioni. La prima è nella fessura che si forma fra i due pezzi dello scoglio e ha molta corrente e scendiamo a 30 metri per circa 40 minuti. Dopo un veloce snack ci spostiamo sull’altra estremità dello scoglio e facciamo una seconda immersione sempre a cerca 30 metri ma piu’ breve (io sempre per mano dell’istruttore perchè sono la piu’ schiappa e sono lentissima a compensare). Vediamo una quantità infinita di pesci, squali, pesci martello, una manta ciccia a pois bianchi, tartarughe, leoni marini. La cosa pero’ che ci ha piu’ impressionato è stato entrare in una immensa nuvola di piccoli pesci (salemas) cosi’ densa che era buio….davvero impressionante!



Terminata l’immersione ci portano sulla spiaggia di Manglecito dove possiamo scendere a terra solo con la guida naturalistica. Vediamo granchi rossi, un’iguana ed una zona di cespugli dove un tempo c’erano tante mangrovie distrutte dallo tzunami provocato dal terremoto in Giappone nel 2011.



Puerto Moreno è la capitale ed è un paesino molto meno turistico di Sanza Cruz ma pieno di leoni marini che si sdraiano ovunque e urlano tutta la notte, salgono sulle barche, saltano in acqua, si stendono sulle panchine e si ammassano uno sopra l’altro sulla spiaggia del paese. E puzzano pure un bel po!
Proviamo un po’ di ristorante tutti decisamente e sorprendetemente sopra la media.





Giovedi 10 aprile salutiamo Ed e andiamo con una guida naturalistica in gita nelle highland dell’isola. Prima andiamo sul punto piu’ alto (750 metri) dove c’è un laghetto di acqua piovana nel cratere di un antico vulcano (El Junco). Qui vengono le fregate a sciaquarsi le ali dal sale (loro non hanno lo strato grasso protettivo)….. noi non le vediamo ma ci crediamo lo stesso.
Andiamo poi al centro di conservazione delle tartarughe giganti La Galapaguera e ne vediamo davvero di grandi. E’ mattina e gli hanno appena lanciato del cibo per cui sono belle arzille, si fa per dire. Possono vivere fino a 180 anni, e possono non mangiare e bere per molto tempo e per questo venivano catturate dai navigatori che le utilizzavano come fonte di carne fresca. La guida ci racconta tantissime cose sulle tartarughe!
Andiamo infine alla spiaggia di Puerto Chino che ha una bianca sabbia finisisma e un’acqua bellissima. Facciamo il bagno ma non riusciamo a rilassarci molto sulla spiaggia perchè ci sono tanti tafani.








San Cristobal ci è piaciuta davvero molto pero’… aiutoooo, il giorno dopo la gita mi ritrovo una piccola zecca attaccata alla gamba!
3 Comments
Wow!!! 🤩
Che meraviglia!! Continuate a farci sognare! Abbracci. Alex
so nice to be part of your trip! a real adventure and super interesting! Have fun and stay safe!!! hugs