Entrare in barca in un nuovo paese

Abbiamo quasi sempre navigato nel mediterraneo e non ci siamo dunque mai preoccupati troppo delle procedure di ingresso in paesi stranieri essendo praticamente tutta Comunità Europea (Francia, Spagna, Grecia).

In modo un po naive l’anno scorso siamo arrivati in Turchia con la fotocopia del libretto di navigazione (come andare in dogana con la fotocopia del passaporto) e ho dovuto volare a Milano a prendere l’originale per poter avere il timbro di ingresso sui passaporti.

Ogni paese puo’ avere delle regole diverse ed esiste un sito utilissimo noonsite.com che viene sempre aggiornato e per ogni paese riporta le cose da fare. Comunque in generale bisogna:

  • All’ingresso nelle acque territoriali del nuovo Paese (generalmente a 3 miglia dalla costa), si issa la bandiera gialla ” lettera Q” Questa bandiera, anticamente denominata “di quarantena”, corrisponde ad una dichiarazione fatta all’autorità marittima del porto di arrivo, che l’equipaggio è in perfette condizioni di salute e che si richiede la “libera pratica”, ovvero il permesso di ormeggiare e sbarcare. Insieme a questa, e sempre sulla crocetta di dritta, bisogna issare anche la bandiera di cortesia del Paese ospitante.
  • Andare all’Immigrazione con un documento che elenca tutti i membri dell’equipaggio con i rispettivi dati anagrafici e numeri di passaporto.Viene messo il timbro sui passaporti
  • Andare alla Polizia Marittima con tutti i documenti della barca che possono anche venire trattenuti.
  • In alcuni casi occorre andare anche alla Dogana (custom) per dichiarare i beni a bordo (soldi e alcolici). A noi è capitato in Turchia. Se la quantità di alcolici supera la franchigia consentita, sarà necessario pagare i dazi doganali e le imposte applicabili e le tariffe variano in base al Paese e alla quantità eccedente. In alcuni Paesi i controlli doganali possono essere molto severi e pure le pene in caso di violazione delle norme d’ingresso. È il caso per esempio delle Fiji, dell’Australia o della Nuova Zelanda.
  • Le autorità doganali e dell’immigrazione potrebbero salire a bordo per effettuare controlli. In alcuni Paesi, anche ufficiali preposti alla quarantena per piante e animali, Guardia Costiera o altri enti potrebbero condurre ispezioni (questo a noi non è mai capitato).

In realtà non si potrebbe scendere a terra fintanto che non si sono espletate tutte queste cose …. ma come si fa ? Inoltre noi siamo arrivati a Mindelo di sabato mattina e gli uffici erano chiusi per il weekend per cui siamo rimasti clandestini fino a lunedi mattina.

Per l’uscita stessa procedura al contrario: si va prima alla polizia marittima a recuperare i documenti della barca e a farsi dare il foglio d’uscita (Transit log) che dovrà essere presentato nel prossimo paese e poi all’immigration a farsi mettere il timbro di uscita sul passaporto.

Una regola che tutti suggeriscono di seguire è quella di rispettare il modo di vestirsi del Paese che si va a visitare e non recarsi mai in un ufficio impropriamente vestiti: e quindi anche noi ci mettiamo belli e seri 🙂 e non andiamo in costume (anche se in realtà abbiamo visto di tutto in coda).

Inolte è bene trattare gli ufficiali della Dogana, della Guardia Costiera e dell’Ufficio Immigrazione con tanta gentilezza e qualunque cosa accada evitare di comportarsi da “milanese imbruttito”.