Entrare alle Galapagos

Per entrare con la propria barca alle Galapagos occorre sottostare a diversi adempimenti, appoggiarsi ad un agente e fare il tutto con parecchio anticipo.

L’agente si occupa di tutti i permessi ingresso (immigrazione, national park, ecc) e di organizzare l’ispezione che avviene il piu’ presto possibile dopo che si è buttata l’ancora in una delle 4 isole ove consentito. Organizza anche il rifornimento di gasolio e le escursioni. Il nostro agente si chiama Javier ed ha una rete di collaboratori in ogni isola, tutti molto bravi ed efficienti.

Noi invece dobbiamo completare altri requirements che sono:

  • fumigation interna. Fatta a Panama prima di partire: in realtà l’omino in tuta bianca non ha sparato alcun fumo all’interno come pensavo ma solo controllato i gavoni con cibo e messo un trappolina. Otteniamo certificato
  • Pulizia dello scafo. Anche questa fatta a Panama con un sub che è stato sotto 2 ore a pulire bene dato che in queste acque calde la flora si sviluppa alla velocità della luce. Certificato e foto prima e dopo.
  • Certificazione dell’antifuling (questa ce l’avevamo)
  • Elenco degli ultimi 10 porti dove siamo stati
  • Assicurazione sanitaria per ogni passeggero
  • Organizzazione della raccolta differenziata: Reciclabe, non- reciclabe, organic, dangerrouse. Tutto in cesti o sacchetti con la scritta ben in evidenza.
  • Insegne dentro e fuori con scritto “non buttare immondizia a mare” (questa è davvero un po esagerata)
  • A bordo non ci devono essere: noci, uova, mele, arance, passion fruit, melograni, albicocche, guava, foglie di banano
  • no animali (nemmeno cani e gatti)
  • no piante o fiori

Puntualissimi, 3 ore dopo che abbiamo buttato l’ancora, Danny, il nostro agente, arriva in barca con tutti gli ispettori: 8 salgono in barca insieme, mentre altri 2 rimangono sulla loro barca e con una gopro legata ad un bastone filmano il fondo di Tipota per vedere che sia pulito. Danny fa sedere tutti in pozzetto e da’ a ciascuno un plico con la copia di tutti i documenti e le certificazioni che abbiamo raccolto e ci fa delle domande (da dove venite, dove andate, quanto giubbini salvagente avete, che potenza ha il motore ecc ecc) in modo tale che ognuno possa compilare il proprio form. Sono tutti molto seri e non vogliono nemmeno un caffe’.

Fra gli 8 ci sono l’infermiera che ci chiede le vaccinazioni, vuole vedere la farmacia e il pronto soccorso, quello dell’esercito che vuole vedere tutte le misure di sicurezza come razzi e giubbotti, quello dell’ambiente che controlla tutti gli stipetti con scorte di cibo, il tecnico che vuole vedere la sala macchine, il poliziotto che gira sospettoso e apre un po’ dovunque.

Alla fine passiamo l’esame: possiamo stare 60 giorni nelle acque delle Galapagos!

Nel pomeriggio Danny porta in barca anche l’ufficiale dell’immigration che ci timbra i passaporti e noi possiamo togliere la bandiera gialla della quarantena.

All’inizio sembra una cosa esagerata ma già dopo aver passato anche solo qualche giorno fra le isole bisogna dire che tutto questo contribuisce sicuramente a rendere questo posto diverso da tutto il resto del mondo.

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