Purtroppo questa notte non sono stata molto bene per cui passo la mattina un po come uno zombi mentre Fabio monta una ventolina nel gavone dove stanno i dischi e la stampante.

Andiamo poi allo Yacht Club dove ci spaparanziamo in piscina e facciamo un veloce pranzetto. Oggi c’è tantissimo vento caldo caldo.

Alle 5 torniamo in barca, ci cambiamo e chiamiamo un taxi per la nostra GITA: il tempio di Apollo con oracolo che dista solo 5 km.

Didyma è un’antichissima città della Ionia che sorgeva presso l’attuale città turca di Didim, famosa per il suo tempio oracolare di Apollo tra Didym e Miletus, città portuale greca a cui era connessa con la Via Sacra. La città antica nacque direttamente all’esterno del grande e maestoso santuario che ospitava l’oracolo di Apollo, il Dydymaion.
L’esistenza del santuario risale alla colonizzazione greca della Ionia, ma sembra che l’uso dei sacrifici non fosse proprio greco e anche il nome “Didyma” è di origine anatolica, d’altronde anche Apollo e Artemide erano chiamati didymoi, “i gemelli”.
Il tempio del celebre oracolo venne fondato alla fine dell’VIII secolo e un secolo e mezzo dopo era conosciuto e onorato in tutto il mondo antico. Secondo Erodoto di Alicarnasso, il faraone Neco II inviò dei regali al tempio, evidentemente per aver ottenuto buone predizioni che si erano verificate. 
Sempre Erodoto racconta che Creso di Lidia (560-546 a.c.), circa mezzo secolo dopo, fece grandi donativi a questo luogo, amministrato dalla famiglia sacerdotale dei Branchidi, anche lui per la veridicità dell’oracolo.
Didyma ebbe una grandissima rilevanza oracolare, al pari di Delfi, in tutto il mondo ellenistico. Fu menzionata dai Greci fin dagli Inni Omerici ad Apollo. Erodoto e Pausania datano il santuario ad un’epoca antecedente la colonizzazione degli Ioni, che abitarono la città dal VI secolo a.c.. 

La città di Dydyma venne distrutta da Dario I il Grande nel 494 a.c., in un’incursione persiana a seguito della quale venne trafugata e trasportata ad Ecbatana la statua bronzea di Apollo che, secondo la tradizione, era opera di Canaco di Sicione.
Dopo che i Persiani avevano sconfitto i greci ionici a Lade, per punire gli abitanti della loro ribellione, saccheggiarono Mileto e distrussero Didyma deportando a est i Branchidi, parte del bottino fu portato a Susa, dove fu scoperto dagli archeologi. Più tardi Dario I, responsabile della sua distruzione, concesse poi molti privilegi a Didyma.
Sotto il portico i fedeli si incontravano con i sacerdoti incaricati di riferire alla Sibilla le loro domande; i sacerdoti poi scomparvero in due lunghi corridoi che portavano all’adyton, uno spazio dove il grande pubblico non poteva entrare (adyton = non entrare). 

La dimensione di questo tempio è veramente impressionante. Le colonne sono tantissime e ci sono ovunque pezzi di capitelli, tranci di colonne e cubi di pietra. Solo due colonne sono state mantenute in piedi e danno davvero l’idea di cosa dovesse essere questo mastodontico monumento.

Andiamo a berci una birretta al tramonto al bar “Oracle Pansion” (la pensione dell’oracolo) e intanto ci godiamo il tramonto.

Decidiamo poi di raggiungere il centro di Didima a piedi percorrendo una lunga strada dritta che scende al mare… quasi gli champs elisee :). La strada sembra essere l’unica del paese ed è piena di negozi di forniture e supermercati ma molto trasandata e povera.

Non troviamo neppure un posto decente dove fare cenetta per cui chiamiamo un taxi e ci facciamo portare al porto dove proviamo un ristorante con terrazza che pero’ non è un granche’.

Ultimo giorno di luglio. Sono stata male anche questa notte: mi sa che ho preso un bug bello cattivo.

Andiamo all’agenzia che sta dentro al porto per fare le pratiche per uscire domani dalla Turchia. Sembra tutto abbastanza semplice: diamo tutti i nostri documenti piu’ 150 euro e loro preparano tutto e domani mattina ci portano con i passaporti all’ufficio della polizia per il timbro.

Andiamo poi a ritirare un pacco che ci hanno deliverato da Gocek: c’è dentro il nuovo peplink e le fodere di spugna per i cuscini esterni che avevamo commissionato ma non erano ancora pronte quando siamo partiti.

Nel pomeriggio ci sono dunque un po di lavori da fare aggiungendo anche un po di spesa e la pulizia della barca, ma trovo anche il tempo per un massaggio alla spa del porto regalato da Fabio e che mi fa un gran bene.

Ancora aperitivo in barca e cenetta allo Yach Club che ci piace proprio tanto.