Dopo 350 miglia e due notturne arriviamo a Cagliari. All’inizio è stata una traversata abbastanza tranquilla dove abbiamo fatto le prove e le misurazioni per le andature di poppa (tangone e ritenuta del boma) e alzato il blue water runner per diverse miglia (cosi’ si è stiracchiato un po’ dopo un anno che stava arrotolato nel sacco). Nella seconda parte invece abbiamo incontrato diversi groppi e in prossimità della Sardegna siamo entrati in un muro nero di pioggia e vento.

Ancora un po sheckerati buttiamo l’ancora davanti a Villasimius per tirare un po’ il fiato e fare un brunch prima di entrare a Cagliari dove rimaniamo per 3 notti a Portus Karalis. Karalis è anche l’antico nome di Cagliari.

Riusciamo a trovare degli attrezzisti che fanno manutenzione ai winches e un falegname per riparare il ripiano del tavolo interno che Fabio ha accidentalmente rovinato ( e che lui rovinerà ancora di piu?…augh!)…. Per cui il primo giorno passa veloce fra incombenze e pulizie.

Siamo proprio sulla larga passeggiata di via Roma nel quartiere Marina, quasi tutto pedonale e pieno di ristorantini e tanta gente, si’ perche negli ultimi anni Cagliari è diventata molto turistica grazie alla sua posizione strategica e vi si fermano molte navi da crociera.

Facciamo anche una bellissima e lunga passeggiata lungo mare verso sud, vediamo la base di Luna Rossa (speriamo che vinca) e troviamo un negozio che vende cose nautiche dove compreremmo tutto, ma per fortuna è in chiusura.

Martedi pomeriggio abbiamo prenotato una guida per girare come si deve la città: si chiama Valeria e ci viene a prendere proprio al nostro pontile e con lei passiamo 2 ore e mezza piene di storia e racconti vari.

Saliamo fino ai bastioni di Saint Remy (per fortuna c’è l’ascensore)  e arriviamo su una enorme terrazza da cui si spazia su tutta la città…. E Valeria continua a raccontare.

I quattro quartieri: Castello, Marina, Stampace e Villanova

La storia della città è plurimillenaria… si parte dai Fenici (che costruivano nella loro città sempre due porti: uno protetto dai venti da sud e uno protetto dai venti da nord, per cui oltre a Marina si installarono nello stagno di Santa Gilla), poi arrivarono i Romani dopo la prima guerra Punica che costruirono una città imperiale avendo ottenuto anche il titolo di Municipio (vedi anfiteatro e ville varie), in seguito, nel V sec. arrivarono i Vandali d’Africa e rimasero per circa 80 anni. Fu poi riconquistata dai Romani d’Oriente di Giustiniano nel 534 d.C e l’isola fu divisa in quattro Stati detti giudicati, e la città ando’ per secoli in fortissima recessione demografica. Ecco perchè le chiese qui hanno pianta a croce greca e ci sono ancora tanti ortodossi. Intorno al 1200 arrivarono i Pisani  e costrirono la città fortificata: il Castellum Castri de Kallari che c’è ancora oggi, la cittadella chiusa fra le imponenti mura. Nel 1300 arrivarono invece gli Aragonesi e i Pisani furono relegati nel quartiere di Marina. La lingua più parlata era il catalano, anche se il sardo era ampiamente compreso.

Cagliari passò infine sotto il dominio sabaudo (i Savoia) nel 1720 e divenne dal 1798 al 1814 non solo la capitale ma anche il centro politico-amministrativo del Regno di Sardegna e ospitò pure la corte sabauda, cacciata da Torino dai francesi. 

Fenicotteri a Molentargius

Durante la seconda guerra mondiale Cagliari subì numerosi bombardamenti (l’80% della città venne colpito in modo più o meno grave, tanto che Cagliari fu dichiarata Città Martire e ricevette una medaglia d’oro al valor militare), dei quali si possono ancora vedere i segni in alcune zone del centro storico.

Rimaniamo molto colpiti dalla storia dei fenicotteri: questi uccelli durante la migrazione dalla Camargue all’Africa hanno cominciato a fermarsi qui, nello stagno dietro a Poetto che si chiama Molentargius dove hanno trovato un habitat ideale e vengono ormai qui in decine di migliaia a riprodursi in estate, quando tutto lo stagno si tinge di rosa.

Sono rosa perché mangiano un gamberetto rosso: i piccoli escono dal guscio con un piumaggio bianco, ma le piume di un fenicottero nella fase adulta sono di un colore che va dal rosa chiaro al rosso vermiglio, dovuto al carotene presente nel cibo. Un fenicottero ben nutrito e in salute è molto variopinto; quanto più è rosa, tanto più è desiderabile come partner. Raggiungono anche un metro e mezzo di altezza e hanno altrettanta apertura alare ma per la loro pesantezza devono farsi una bella corsa prima di riuscire a decollare. Vivono anche 80 anni.

Ceniamo sempre molto bene e beviamo Torbato di Alghero, Carignano del Sulcis e Vermentino di Gallura.

Lasciamo Cagliari il 25 mattina…. e ci dimentichiamo di pagare il porto…per fortuna oggi si possono fare i bonifici!