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Lasciamo la boa di St. Lucia- Pitons verso le 8 del mattino perchè abbiamo quasi 60 miglia da fare. Abbiamo deciso di saltare St. Vincent per il momento e andare direttamente a Bequia dove Port Elizabeth è un punto ingresso nel paese “St. Vincent and the grenadines” e possiamo sbrigare le formalità.
L’isola più settentrionale di questo stato è Saint Vincent ed è la piu’ grande con capitale Kingstown ed ha un aereoporto internazionale. A sud si trovano altre 32 isole di cui solo 7 sono abitate, e di cui le più grandi e popolose sono Bequia , Mustique , Canouan e Union Island. Noi cominciamo dunque da Bequia.
La navigazione è semplicemente fantastica: nel canale abbiamo vento al traverso e alziamo il jennaker che ci fa volare. Rimaniamo sopra i 9 nodi per due ore ma non peschiamo nulla nemmeno qui, troppo veloci :).
Bequia significa “isola delle nuvole” nella lingua degli antichi Arawak e ha una storia di caccia alle balene che è stata introdotta dai balenieri yankee nel 19° secolo. E’ consentito catturare fino a quattro balene megattere all’anno utilizzando metodi di caccia tradizionali . Il limite pero’ viene raramente raggiunto, con nessuna cattura in alcuni anni.
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Arriviamo nella grande baia di Admiral Bay e buttiamo l’ancora in un mare trasparente e verde. Io e Fabio andiamo subito in paese per fare l’ingresso prima della chiusura degli uffici che qui è alle 4.30: questa volta è tutto molto semplice. Customs e Immigration sono nello stesso edificio e non c’è coda per cui ce la caviamo velocemente. Preleviamo anche un po’ di moneta corrente: anche se quasi tutti accettano USD è meglio usare gli EC$ (east carribean dollar) perchè poi ci fregano sempre con i resti.
Il paese è coloratissimo e ben tenuto. C’è una lunga passeggiata che parte dall’estremo nord della baia e costeggia il mare fino a spiaggia di Princess Margaret su cui si affacciano tanti baretti e ristorantini con il loro moletto davanti. Nel centro del paese c’è il grande molo dove arrivano i traghetti (le varie isole sono ben collegate) e dove ci sono mercatini e bancarelle…. a dir la verità tutto abbastanza caro.
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Noi facciamo un bellissimo giro esplorativo entrando ed uscendo da vari negozietti prima di sederci per un cocktail al tramonto. Dopo una accurata indagine abbiamo scelto di cenare al Fig Tree che ha i tavolini colarati e il venerdi sera ha musica dal vivo. E’ frequentato da gente un po’ anziana (siamo i piu’ giovani) e c’è un terzetto di chitarrististi (sempre un po vecchietti) che suonano impassibili, senza muoversi. Pero’ poi la proprietaria che è una creola con lunghi capelli rasta neri balla e fa ballare pure noi.
Sabato 8 settembre ci svegliamo con molta calma e veniamo abbordati dal barchino di Flex che vende aragoste e fa tanto altro. Qui è normale: ci sono barchini che vendono croissant, prendono e riconsegnano la biancheria da lavare, portano acqua o gasolio. Comunque Flex (metto anche la foto del suo biglietto da visita perchè è bellissimo) ci convince a comperare una grande aragosta da circa un chilo e mezzo per la cena di questa sera.
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Purtroppo il sabato è chiuso il Veggie market. Facciamo un po’ di rifornimento in vari posti: un po di verdura (qui ci sono sia pomodori che mele), vino e tante birre.
Andiamo a pranzo da Jack che è sulla spiaggia di princess Margaret ed è un posto molto carino e chic su spiaggia bellissima. Pomeriggio fra snorkeling, giretti in sup e passeggiate sulla spiaggia fino a che arriva il pinnacle della giornata: la spaghettata con l’aragosta di Flex cucinata da chef Mario.
Veliero e superjacht di Besos ci seguono sempre in questi giorni.
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