Arriviamo in Sicilia

Abbiamo dormito abbastanza bene nonostante questo ormeggio stile “butta l’ancora in mezzo al mare” proprio sotto al faro di Galati, sulla punta della Calabria. Facciamo un lunghissimo bagno nell’acqua anomalamente calda e ne approfittiamo per grattare con una spugnetta un po di mucellaggine che si è formata sulla carena durante la settimana di sosta in porto. Tipota ha una protezione fantastica sulla carena a base di rame attivato (coppercoat) che evita che si formino le alghe e le cozze e soprattutto la carena si rifà solo ogni 10 anni.

Salpiamo prima di pranzo e abbiamo un bellissimo vento al traverso che ci fa mettere la trinchetta e voliamo anche a 9 nodi verso la Sicilia. C’è un po di mare e mi viene la nausea per cui saltiamo pure il pranzo. Buttiamo ovviamente la traina ma non abbocca nessuno.

Attracchiamo verso le 5 al Porto di Riposto che si trova fra Catania e Taormina proprio sotto all’Etna e qui ci rimarremo per circa una settimana.

Riposto è una cittadina di 15.000 abitanti famosa per il suo porto turistico ultimato nel 2004, denominato Porto dell’Etna o Marina di Riposto.

Il porto turistico si è aggiunto all’antico porto commerciale, costruito invece nei primi anni del secolo scorso.

Il nome “Riposto” deriva infatti dal termine dialettale “u ripostu”, cioè il ripostiglio, nel quale venivano depositate le merci provenienti dai territori limitrofi prima di essere spedite via mare. Anche se oggi il turismo sta prendendo sempre più piede a Riposto, in passato l’economia del paese si basava soprattutto sul commercio e sulla pesca.

Il centro storico di Riposto si snoda attorno a Piazza San Pietro, sulla quale si affacciano il Municipio (un edificio stile liberty costruito intorno agli anni’20) ed il Duomo. La chiesa madre è dedicata a San Pietro, patrono di Riposto, ed è stata edificata nella prima metà dell’800.

Andiamo allora a prenderci l’aperitivo in Piazza San Pietro e poi bellissima cena proprio sul mare a “la Botte”.