Lasciamo Les Santes (Guadalupe) in tarda mattinata dopo aver sistemato la perdita del motor, sperando di non beccare troppo vento contrario nel passaggio verso Antigua. Dobbiamo fare una cinquantina di miglia e l’aliseo gira da nord nei prossimi giorni per cui dobbiamo muoverci.

Facciamo una bellissima veleggiata di bolina sul mare calmo costeggiando prima Guadalupe e poi Monserrat. Peschiamo anche un piccolo e cattivo barracuda che ributtiamo subito in acqua per via della ciquaterra. La ciquaterra è una tossina che si trova negli abitanti delle barriere coralline e non si dissolve mai, continuando ad accumularsi via via sugli elementi della catena alimentare. Per questo motivo i pesci grandi fra cui i barracuda ne sono pieni. E’ una tossina molto dannosa per il corpo umano….per cui ai barracuda facciamo solo la foto e poi li ributtiamo in mare.

Dopo uno spettacolare tramonto dobbiamo bordeggiare un poco per avvicinarci ad Antigua e l’ultimo pezzo lo facciamo a motore.

Verso mezzanotte, nel buio piu’ totale, entriamo nella pericolosa baia di Flamounth disseminata di scogli, boe e barche all’ancora. Fabio al timone con due chart plotter aperti e io e Flavia a prua con le torce. Riusciamo a trovare un buco perfetto e passiamo una notte tranquillissima.

Sabato 28 dicembre ci attracchiamo al molo dello Yacht Club Antigua di English Harbour dopo una lunga attesa….qui si fa tutto con grande calma.

Il posto è bellissimo e molto chic: grandissime e bellissime barche e tante ville nascoste nella vegetazione.

Antigua  è un’isola delle Piccole Antille, appartenente allo Stato di Antigua e Barbuda. Ha una superficie di 280 km² ed una popolazione di circa 80 161 abitanti. La capitale dell’isola è Saint John’s, che è anche la capitale nazionale. Vi si producono la canna da zucchero, l’ananas, alcuni agrumi, il cotone.Fu scoperta nel 1493 da Cristoforo Colombo, che le diede il nome ispirandosi alla chiesa di Santa Maria La Antigua di Siviglia. L’isola fu colonizzata dagli inglesi nel 1632 e rimase una colonia fino alla dichiarazione d’indipendenza nel 1981.

Andiamo a Nelson’s Dockyard (sono 10 minuti a piedi) a fare le pratiche di ingresso e l’immigration e poi torniamo in porto per un pranzetto. Nel pomeriggio grandi pulizie: la barca ha proprio bisogno di una bella spazzolata e inoltre dobbiamo preparare l’interno perchè da domani saremo in 7.

Per l’ultima cena in 3 (regalo di Natale del nonno) andiamo in un posto carinissimo e beviamo champagne.

Domenica 29 dicembre: terminiamo i preparativi della barca e andiamo a fare la spesa…. l’unico supermercato vicino ha pochissima roba (sembrano passate le cavallette) e quasi nulla di fresco (non c’è nemmeno un pomodoro e neppure le banane!). Dobbiamo cambiare al volo il menu di capodanno e adattarlo a quello che troviamo. Arrivano prima Paola e Alex da NY e poco dopo Silvia e Jax da Miami. Ci mancano tantissimo Claudia e Jo.

Dopo tante feste ed un bellissimo tramonto andiamo tutti in fila al Nelson’s Dockyard che è il vecchio forte degli inglesi (metto foto di repertorio che fa vedere bene quanto sia protetto questo porto).

Nelson’s Dockyard l’unico cantiere navale dell’era georgiana ininterrottamente funzionante al mondo. Fu costruito all’inizio del XVIII secolo e abbandonato dalla Royal Navy britannica nel 1889. Il cantiere navale prende il nome dall’ammiraglio Horatio Nelson , che visse nel Royal Navy Dockyard dal 1784 al 1787.

Il sito è ben ristrutturato (c’è anche un museo) ma molto turistico, esageratamente pieno di lucine ma alla sera è quasi deserto, ci sono solo barche enormi e superyacht. Prendiamo un aperitivo e poi una barchetta ci porta dall’altra parte della baia per una cena al ristorante italiano Incanto dove pero’ l’attesa dei piatti è lunghissima (soprattutto per la carbonara di Alex :)).

Al ritorno in barca facciamo un “Natale posticipato” e le ragazze ci danno i loro regali. Ci piace molto fare piu’ Natali 🙂