Tipota è un AMEL 50 (vedi dettagli TIPOTA), del cantiere AMEL di La Rochelle in Francia.
AMEL è un cantiere relativamente piccolo ma con una storia incredibile.
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Fondato nel 1962 da Henri Amel, ha negli anni mantenuto una posizione unica nel mondo della nautica “blue water”.
Tutto iniziò con una leggenda: il giovane Henri fu attivo nella Resistenza francese durante la seconda guerra mondiale e adottò il nome di battaglia Amel. Fu ferito agli occhi e perse quasi totalmente la vista da, si narra che dicesse che le barche si sentono con le natiche. Inizialmente costruì piccole imbarcazioni in legno per amici e familiari a Lione, che rimase fuori dalla zona occupata. Dopo la liberazione, decise di mantenere il suo nuovo cognome e la sua attività di costruzione di barche.
Tuttavia, solo nel 1962 le cose cambiarono marcia: per prima cosa, Henri Amel (il Capitano come si faceva chiamare) stabilì una base nella città mediterranea di Hyères, due anni dopo, acquistò la società ARPIN a La Rochelle, specializzata in costruzioni in fibra di vetro. La sede si trasferì a La Rochelle e la vetroresina divenne il materiale di costruzione di tutte le barche.
Una delle cose uniche del cantiere Amel è che l’azienda appartiene ai suoi dipendenti; ciò risale alle conseguenze del devastante incendio del 1968, quando il cantiere bruciò interamente. “Il capitano” ottenne un prestito per ricostruire e disse ai dipendenti che quando il prestito fosse stato estinto, avrebbe dato loro l’azienda”… e così fece.
Vendette il suo appartamento e investì tutto ciò che aveva nell’azienda. Diede le azioni ai dipendenti in modo che tutti fossero pienamente coinvolti nell’azienda, tenendone solo una per sé.
Henri Amel morì nel 2005, dopo aver visto la crescita costante del marchio diventato famoso per i suoi ketch Maramu di cui ne sono stati costruiti quasi 500.
La cultura dell’azienda, il modo di costruire barche, alcune soluzioni e sopratutto i suoi dipendenti hanno ancora l’influenza del Capitan: le barche Amel sono fatte bene, ma come tutte le barche hanno dei problemi, a maggior ragione con numeri piccoli come quelli dell’Amel (25 barche / anno), per cui ogni barca è diversa dall’altra. La differenza la fanno l’atteggiamento, le attenzioni e l’impegno delle persone dietro il brand. Qualità rare che abbiamo apprezzato tanto in questi primi 18 mesi: abbiamo sempre interagito con persone oneste, dirette e innamorate del loro prodotto.
Oltre al cantiere di La Rochelle, Amel ha due basi nel mondo: una a Hyeres nel mediterraneo (dove nel lontano 2009 abbiamo provato il nostro primo Amel – un 54) e una a Le Marin – Martinique ai Caraibi.
Quando abbiamo pianificato la traversata atlantica abbiamo deciso di puntare su Martinique per fare vedere la barca a 18 mesi dal varo, fare i controlli e gli ultimi interventi della garanzia prima di affrontare il resto del giro del mondo.
Alla fine ci siamo fermati a Le Marin due volte per un totale di circa 10 giorni in cui Alban (il capo) e il suo team ci hanno controllato e sistemato un sacco di cose piccole e grandi. Francois, il numero due di Alban è stato sempre sul TIPOTA dimostrando una attenzione ai dettagli e una passione per le cose “fatte bene” veramente rara nel mondo della nautica…. e io sono molto pignolo sulle cose del TIPOTA 🙂
Abbiamo sostituito il Vang, la drizza randa e il freno dell’asse; riparato il bow-thuster, il rolla randa, una perdita dal desalinizzatore, alcune piccole finiture, e sopratutto capito il motivo di uno scricchiolio fastidioso a poppa – era una perdita che aveva fatto gonfiare il legno.
Siamo diventati amici di Francois, Alexis e Mike che hanno passato tante ore con noi, ci hanno raccontato delle loro vite e noi delle nostre e del progetto di girare il mondo, un poco come era successo a Gocek con il team di Emek, Huseyin e Durukan, anche se lì1 siamo stati 9 mesi.
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