Dopo aver passato 10 giorni in Italia per tristi motivi, ritoniamo su Tipota che ci ha aspettato ad Antigua … e che l’avventura continui!

Ci mettiamo quasi una giornata a sistemare tutte le cose che ci siamo portati (un po di comfort food e pezzi di ricambio) e rimettere la barca in assetto “da due”, ma finalmente il 15 gennaio lasciamo Antigua, anche se c’è brutto tempo e piove.

Ovviamente abbiamo dovuto modificare il nostro piano originario per cui decidiamo di saltare St. Kitts and Nevis (che costituiscono uno stato autonomo) e andare direttamente a St. Barts, una delle Piccole Antille Francesi (faro’ un post a parte su tutte queste isole, non sono poche).

Salpiamo nel pomeriggio con bruttissimo tempo (ma volevamo proprio navigare): piove e abbiamo un vento fra i 15 e i 20 nodi che ci costringe ad andare di bolina. Io mi dimentico di prendere per tempo la pillola per cui sto malissimo (ma tanto male!). Comunque, filiamo velocissimi e in sole 8 ore arriviamo a St. Barth dove gettiamo l’ancora nella baia del Gouvernour all’1 di notte illuminati dalla luna ancora quasi piena.

Purtroppo c’è un fastidioso rollio e non riposiamo molto bene ma quando ci svegliamo ci rendiamo conto di essere in un paradiso: l’acqua è turchese e la spiaggia in fondo è bianchissima.

Andiamo a terra con il sup, facciamo tante foto e ci godiamo un po lo “star fermi”; mi ci vuole sempre un po di tempo per abituarmi. La spiaggia è di sabbia bianca finissima e c’è poca gente.

Nel pomeriggio ci spostiamo nel paese principale dove si puo’ fare l’ingresso: Gustavia, che pare il nome di un paese delle favole.

Il porto è una insenatura piccolissima per cui le barche stanno tutte nella rada antistante….ma saranno centinaia! e facciamo fatica a trovare un buchino. Le colline intorno sono verdissime e tonde punteggiate da ville enormi che di notte si illuminano

Andiamo a terra con il tender e subito ci fiondiamo alla Capitanerie che chiude alle 18. Avevo già compilato il pre-arrival form per cui la procedura d’ingresso è molto semplice, considerando che inoltre siamo in territorio francese. Bisogna pagare 20 euro al giorno per il semplice stazionamento nella acque dell’isola.

Il paese è tenuto benissimo ed è un accumulo di casette colorate in stile coloniale tutte con il tetto rosso ma…un lusso pazzesco! sembra di essere a Cannes: Dior, Cartier, Rolex, tutti negozi moooolto chic e ristoranti super curati con lucine e tantissimi bicchieri sul tavolo. Un mondo totalmente diverso da quello che ci si aspetta da un’isola sperduta nell’oceano.

St. Barth ha una superficie di soli venticinque chilometri quadrati, a forma di boomerang e circondata da svariati isolotti minori disabitati. Dal 2007 Saint Barth è una Collettività d’Oltremare della Francia che ne ha rivendicato la proprietà fin dal 1648. Dopo essere stata scoperta da Cristoforo Colombo nel 1493 durante il suo secondo viaggio in America ed essere stata chiamata così in onore del fratello dell’esploratore (Bartolomeo Colombo), Saint Barth è sempre stata francese.

Tranne una parentesi durata circa cento anni (1784-1878) in cui venne ceduta alla Svezia in cambio di alcuni diritti commerciali nel porto di Goteborg. Di questo dominio svedese oggi resta solo il nome della sua capitale, Gustavia, battezzata così per via del re svedese Gustavo III.

Rimaniamo nella baia di Gustavia per due notti, visitiamo il paesino di Corossol che era il vecchio villaggio di pescatori e oggi sembra quasi abbandonato: solo case di legno un po trasandate e quasi tutte chiuse. Non troviamo nemmeno un baretto.

Una cameriera ci ha riferito che se si tiene la residenza a St. Barth per 5 anni, dal sesto anno si pagano zero tasse. Certo, la vita è un po cara e d’estate il clima non è il massimo….pero! Come si vede dalla foto abbiamo visto un ristorante che esponeva spaghetti alle vongole a 70 euro!

Ultima tappa sull’isola è nella baia settentrionale di Colombier. Ci attracchiamo ad una boa al terzo tentativo sotto raffiche a 30 nodi che continuano per tutto il giorno e la notte.

La baia è praticamente deserta e ci vengono a trovare tre tartarughe (o forse è la stessa che viene 3 volte).

E’ un video