Come da protocollo, Alex e Jax alzano la bandiera americana: infatti mentre sul lato destro della barca deve rimanere alzata la bandiera del paese ospitante, sul lato sinistro della barca bisogna alzare la bandiera delle nazionalitĂ della crew, se diverse dalla badiera della barca.
Prima di salpare anche i ragazzi provano ad andare alla ricerca di un po di frutta e verdura ma tornano solo con 2 pomodori e 4 zucchine (letteralmente, non solo per dire): pare che le cose fresche arrivino sull’isola solo il martedi. Ce li faremo bastare 🙂
Appena salpati facciamo due bordi e andiamo a buttare l’ancora nella deserta baia di Willoughby protetta dalla barriera corallina. Siamo solo noi per cui ottima occasione per far volare il drone e per un primo snorkeling di gruppo. Proseguiamo poi per Green Island.
Antigua – Green island
Green Island è una piccola isoletta molto frastagliata quasi disabitata sul lato orientale di Antigua. Ha solo un ristorante (the Reef, aperto solo a pranzo) ed una capanna con un centro per kite surf, null’altro.
Andiamo a terra su una lingua di sabbia bianca deserta. Facciamo snorkeling e tantissime foto. Fabio avrebbe anche dovuto fare la sua lezione di wing foil ma purtroppo è stata camcellata per mancanza di vento (evento molto raro qui).
Riusciamo a trovare un tavolo al The reef e facciamo un pranzo bellissimo e memorabile sulla spiaggia. E’ qui che passiamo l’ultima sera dell’anno preparando una cena come si deve. Cuciniamo anche una torta al limone che facciamo finta sia un pandoro e ci nascondiamo la monetina (tradizione dei nonni vuole che, nascosta una monetina nel panettone e poi tagliata una fetta per ogni componente della famiglia e chi si becca la monica avrĂ l’anno piu’ fortunato…. 2025 tocca a Claudia). Tombola e poi count down sotto le stelle.
Barbuda – Princess Diana Beach
Ci dirigiamo verso nord e con bolina larga e onda abbastanza formata percorriamo 30 miglia (con un po di nausea nonostante la pillolina) e arriviamo a Barbuda.
Barbuda è un’isola corallina a circa 60 km a nord di Antigua. Ha una superficie di 160.56 km². Conta 1.500 abitanti, quasi tutti raggruppati a Codrington, il villaggio sulle rive di una vasta laguna separata dal mare aperto da una sottile striscia di terra. Il fondo marino è ricco di coralli e le spiagge molto belle ma difettano di ombra. Nel 2017 l’isola è stata distrutta per il 95% dall’uragano Irma.
Gettiamo l’ancora proprio di fronte alla spiaggia che è stata dedicata alla Principessa Diana: è una lunghissima lingua di sabbia bianca e fine che si getta in un mare turchese limpidissimo. Vediamo tartarughe e razze e facciamo ovviamente tanto snorkeling.
Ci sono solo alcune ville sparse e una pista per elicotteri. Negli anni 90 era famoso il K club, il resort fondato da Kritzia e meta preferita della principessa Diana che è stato raso al suolo da Irma. Ora su questa lunga spiaggia ci sono solo due punti ristoro: uno è il super esclusivo e lussuoso Nobu (pensa te!), e l’altro invece è il Shack-a-kai: una capanna di legno con 3 tavoli.
Noi optiamo ovviamente per il secondo che ci sembra piu’ consono e prenotiamo per tempo le aragoste. Bisogna chiamare il proprietario Enoch (+1 (268) 734 6618) che è un omone di colore un po’ burbero, vende bibite e sigari e prepara aragoste alla griglia servite con patate al cartoccio (per i vegetariani, solo patata al cartoccio!). Gestisce tutto da solo per cui è molto preso e non bisogna fargli troppe domande: ad un suo cenno ci si mette in fila davanti alla griglia e lui mette sul piatto due metĂ di aragoste che ha grigliato in vecchi bidoni di ferro, la patata e un po di sale. Noi condiamo poi il tutto con pina colada. Definirei questo come un pranzo memorabile e sicuramente un place to be!
Barbuda – Pink sand Beach
Andiamo anche a vedere la seconda piu’ rinomata spiaggia dell’isola che è la “pink sand”. Purtroppo, una volta gettata l’ancora proprio di fronte, abbiamo un forte rollio e decidiamo di non rimanere e nemmeno di scendere a terra, per cui la vediamo molto da lontano (e non sembra nemmeno tanto rosa). Proviamo anche il terzo ristorante di questo lato di isola che si chiama Uncle Roddy’s Beach Bar che ha una bellissima terrazza (anche questo tutto ricostruito dopo il 2019) ma purtroppo sulla spiaggia ci sono tantissime sandflies che ci massacrano e di cui porteremo il ricordo per parecchi giorni.
Antigua – Jolly Harbour
Con una fantastica bolina larga in direzione sud facendo anche 9 nodi torniamo ad Antigua ed entriamo nella profondissima insenatura Jolly Harbour dove abbiamo prenotato un posto per Tipota
Il porto è sul fondo di un protettissima baia circondata da case di legno coloratissime con il pontiletto davanti per la barca. Ci fanno aspettare un bel po e poi ci ormeggiano in un posto comodo con le cime di prua affrancate su due pali (molto veneziano come ormeggio).
La settimana con i ragazzi finisce qui: è stata bellissima e siamo felicissimi di aver passato tempo insieme. Io e Fabio dobbiamo correre a Milano a salutare il nonno Pino che purtroppo ha raggiunto la nonna Bruna. Si sapeva che sarebbe successo, ma è comunque molto doloroso.
Tipota rimane qui da sola per 10 giorni.