Tipota rimane al Marina Queensway Quay di Gibilterra per piu’ di una settimana.

Per prima cosa facciamo il pieno: qui il gasolio costa notevolmente meno e riempiamo anche 3 taniche….che non si sa mai.

Gibilterra è un territorio d’oltremare del Regno Unito, copre circa 7 km quadrati, ed è una piana costiera che circonda la Rocca di Gibilterra 426 metri di altezza. Ha circa 27.000 abitanti, la lingua ufficiale è l’inglese, tutti i cartelli sono in inglese ma si parla correntemente anche lo spagnolo e un curioso misto tra le due lingue. La moneta è la Sterlina di Gibilterra.

Qui sono stati trovati persino degli scheletri di uomo di Neanderthal, fu colonizzata dai fenici mentre i Romani la conoscevano e ne scrissero ma non stabilirono delle vere e proprie colonie. Passarono poi Vandali, Goti, Bizantini e Visigoti. Seguirono gli arabi nel 711 che rimasero fino alla conquista definitiva da parte di Isabella di Castiglia nel 1492.

Nel 1704 avvenne la presa di Gibilterra da parte del Regno d’Inghilterra. La Spagna provo’ piu’ volte a riconquistarla: il terzo tentativo tentativo fu Il Grande Assedio che durò 3 anni dal 1779 al 1793.

Nel 1967 e nel 2002 ci furono dei referendum ma oltre il 98% dei votanti rigettò la proposta di condivisione della sovranità tra Regno Unito e Spagna.

Il Marina Queensway Quay è molto carino, chiuso praticamente su 4 lati ha uno stetto accesso che viene chiuso di notte (non si puo’ uscire), il prezzo dell’ormeggio è davvero molto contenuto mentre gli appartamenti intorno hanno prezzi folli. E’ l’unico posto della città con i ristoranti aperti fin oltre le ore 20 e inolter sono i piu’ carini per cui ci andiamo spesso.

Facciamo un tour in ebike di 3 ore intorno alla rocca e con una guida bravissima: esperienza davvero consigliata perchè si vede davvero tutto.

Ci fermiamo prima sotto la parete nord, quella che si affaccia sull’istmo che divide dalla Spagna dove ora c’è l’aereoporto. E’ il punto in cui la rocca cade spaventosamente a strapiombo e si vedono i buchi di uscita di tutti i tunnel che sono stati costruiti nel tempo e da cui uscivano i cannoni durante il Grande Assedio che si combatteva proprio qui in questa piana. Ora c’è l’aereoporto ma atterranno pochissimi voli mentre ha sempre funzione militare.

Proseguiamo sul lato est della rocca e incontriamo un carinissimo paesino con case colorate che era abitato dai genovesi e ove ancora adesso si parlucchia l’italiano.

Per fortuna abbiamo delle bellissime bici elettriche perchè la strada ha parecchie salite. Arriviamo all’Europa Point dove c’è un grande faro: dovrebbe essere il punto piu’ a sud dell’europa ma non è vero perchè è in Grecia. Nei giorni limpidi si può vedere l’Africa oltre lo Stretto incluso la costa marocchina e la città spagnola di Ceuta.

Proseguiamo sempre in salita ed entriamo nella riserva naturale: stop a guardare il panorama dove c’è un monumento alle colonne d’Ercole e poi ancora uno stop sulla Balconata della regina da cui si vede davvero tutta la città ai nostri piedi, compreso il porto con Tipota.

Continuiamo a salire (in effetti dovevo capirlo: il tour si chiama “Rock to the top”) e arriviamo alla St. Micheal’s cave: ma è impressionante!! Non ce l’aspettavamo! Esisteva già ai tempi preistorici e ne parlavano anche i romani, è costituita da diverse camere e nella piu’ grande oggi c’è un auditorium dove fanno concerti.

Le stalattiti sono imponenti e illuminate in modo suggestivo: ce n’è una che sembra un angelo,

Tutta la Rocca è abitata dai noti macachi Barbary della colonia di Gibilterra, l’unico primate che in Europa viva allo stato brado. Non hanno la coda ma un grosso bubbone sul sedere e sono piuttosto grossi. Pare che Churchill fosse molto superstizioso e quando gli dissero che gli inglesi avrebbero perso Gibilterra quando si fossere estinti i macachi ne fece arrivare un sacco dal marocco. Oggi ce ne sono circa 400 esemplari in giro.

Andiamo infine a vedere i tunnel con l’exhibition del grande assedio. Ci sono in totale 50 km di tunnel nella rocca che sono stati scavati nel tempo.

C’è una lunga discesa con tante camere che si affacciamo con una finestra nel vuoto, verso l’istmo: li’ venivano posizionati i cannoni mentre ci sono poi stanze per le munizioni. Arriviamo fino allo spiazzo che si chiama Saint Jorge hall perchè è proprio uno sperone che si allarga e dove c’era la possibilità di avere maggiore visibilita. La ricostruzione che hanno fatto è davvero molto intrigante e cosi’ affascinante che andiamo a leggerci tutto sul grande assedio.

NB: siamo stati molto fortunati perchè per il tour abbiamo preso l’unica finestra di tempo senza piggerillina o nebbia in una settimana.