Catania e i D’Impo

VENERDI 13 SETTEMBRE

Arrivano a trovarci Angelo e Alessia D’Imporzano (I Dimpo) che passano con noi il weekend. Proprio mentre stanno salendo in barca si verifica un miracolo. Centinaia di alicette, probabilmente spaventate da un pescione, saltano sulla banchina proprio di fronte a noi. Fabio e Angelo saltano a terra e ne raccolgono un bel po’ prima che queste risaltellino in acqua…. mai vista una cosa del genere. Comunque l’ho detto a Fabio che questa non vale come pesca.

Ci consegnano in barca anche tutto quanto abbiamo fatto spedire qui in porto: 10 casse di vino, i petardi per le orche, la boetta riparata e altro ancora.

Facciamo un piccolo giretto per Riposto adocchiando pescherie e mercato dove andare a fare la spesa domanimattina e poi troviamo uno dei pochissimi ristoranti aperti per pranzo ma siamo molto fortunati perchè è sul mare con vista su Taormina e si mangia benissimo.

Breve riposino e poi siamo pronti per la gita: visita guidata di Catania.

Fondata nel 729 a.C. dai greci calcidesi della vicina Naxos, la città vanta una storia millenaria i cui resti arricchiscono il patrimonio artistico, architettonico e culturale. Fu un’importante città romana e poi greco-bizantina fino al 900, quando venne rasa al suolo dagli arabi. Versò in decadenza durante tutto il periodo di occupazione islamica, ma si risollevò con la conquista normanna. Sotto la dinastia aragonese fu capitale del Regno di Sicilia, e dal 1434 per volere del re Alfonso V è sede della più antica Università dell’isol]. Nel corso della sua storia è stata più volte interessata da eruzioni vulcaniche (la più imponente, in epoca storica, è quella del 1669) e da terremoti (i più catastrofici ricordati sono stati quelli del 1169 e del 1693).

Il barocco del suo centro storico è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, assieme a quello di sette comuni del Val di Noto 

Prendiamo un taxi (sono parecchi chilometri ma ci rende 100 euro a tratta….facevamo prima a noleggiare una macchina) e alle 4 ci troviamo con Sara (la guida) proprio sotto le mura dove un tempo arrivava il mare ma con l’eruzione del 1669 la lava lo ha allontanato di oltre un chilometro.

Vediamo Piazza del duomo con al centro il monumento con l’elefantino simbolo di Catania. Cosi’ come tutte le colonne che si vedono in giro, anche l’elefantino viene dalle antiche costruzioni greche e romane i cui pezzi sono stati reciclati.

Sotto al duomo ci sono poi i resti delle terme Achillee: tutta la piazza un tempo era un’enorme area termale. si scende qualche metro si vedono ancora colonne, archi e antiche vasche dove ancora oggi scorre acqua.

Entriamo poi nel duomo che è dedicato alla patrona della città Sant’Agata e la guida ci descrive benissimo il suo martirio e anche la grande festa che tutti gli anni viene organizzata a Catania in suo onore: 3 giorni a febbraio con processioni ed eventi e che è la terza celebrazione piu’ seguita al mondo.

Passeggiamo poi fino al Castello di Federico II di Svevia a pianta quadrata con 4 torrioni agli angoli e dove si vede benissimo la lava del 1669 che ha riempito il fossato.

Percorriamo via dei Crociferi che è massima rappresentazione del barocco siciliano: una lunga via diritta piastrellata dove si affacciano palazzi, chiese e monasteri.

Catania è chiamata la città nera perchè davvero tutto è costruito con pietra lavica nera in contrapposizione con la bianca e marmorea Siracusa.

Come ultima tappa andiamo in un baretto e per 1 euro ci fanno scendere da una scaletta del retrobottega e entriamo in una grotta lavica dove ancora oggi scorre l’acqua dell’antico fiume. Fa impressione ed è molto umido.

Salutiamo la nostra guida e ci prendiamo un piacevolissimo aperitivo in piazza e poi percorriamo la lunghissima via Etnea: larga ed elegante via pedonale che punta diritto alla cima dell’Etna.

Cena ovviamente di pesce in un ristorante non turistico e poi torniamo in barca.

SABATO 14 SETTEMBRE

Rigorosa colazione siciliana in Piazza a Riposto a base di granita alla mandorla e brioche con il tuppo e poi comperiamo il pesce da cucinare in barca per cena.

Salpiamo e abbiamo solo 7 miglia per arrivare a Taormina. Riusciamo anche ad alzare un pochino le vele nonostante la strada sia poca.

Con un po di nervosismo e sotto raffiche ci attracchiamo ad una boa del campo gestito da George il Maltese: personaggio molto burbero che si fa pagare 100 euro per notte.

Purtroppo il tempo è molto variabile e l’aria è fresca e rafficata. Nel Tirreno è in corso una grande maestralata che ha raffreddato tutto.

Facciamo una gita con il Potino fino all’isola Bella e alla grotta azzurra e poi riusciamo anche a fare il bagno.

Aperitivo con champagne e burraco e poi cena gourmet con le alicette suicidatesi sul pontile, una pasta al pesce fatta da Fabio e 4 ricciole al forno cucinate da Angelo.