Notte molto tranquilla in questa bella baia (Limnonai di Samos).
Dopo colazione, con il Meltemi calato, andiamo in esplorazione con il sup: i giovani Claudia e Joe in avanscoperta mentre io e Fabio sistemiamo la barca (c’è sempre qualcosa da fare) e poi tocca a noi.
Subito dietro alla punta protettrice della baia ci sono grandi scogli (chiamarli faraglioni sarebbe troppo) fra i quali l’acqua diventa verdissima. Remiamo fino alla baia successiva dove ci sono anche delle grotte e facciamo un bellissimo bagnetto.
Tornati in barca sistemiamo e blocchiamo tutto e partiamo verso sud con un bel Meltemi che ci spinge con circa 25 nodi e noi facciamo anche 10 nodi di bolina larga…..per cui non ci mettiamo molto ad arrivare a Fournoi.
In realtà Fournoi è un sotto-arcipelago delle Sporadi costituito da 13 isolette molto frastagliate le cui strette insenature davano riparo alle navi dei pirati (e per questo è anche chiamata isola dei pirati).
Riparo per modo di dire perchè il meltemi si incanala e arrivano raffiche giu dalle montagne che, aggiunto al fatto che c’è molta profondità anche vicono a costa rende l’ormeggio cosa non semplice.
Sebbene Fourni non avesse alcuna città importante nell’antichità, era conosciuta come un buon punto di ancoraggio e di navigazione per le rotte nel mar Egeo, sia per andare da est verso ovest, sia da nord a sud. Le tratte che collegavano la Grecia col Levante e l’Anatolia passavano da qui.
Le navi avrebbero ancorato nei punti protetti dai tipici venti nordoccidentali. Ma una volta ogni tanto, queste navi potevano essere prese di sorpresa da una grande tempesta meridionale. Se la posizione dell’ancora non veniva cambiata velocemente, per queste navi sarebbe stato un guaio.
Ad oggi sono stati individuati 45 relitti qui intorno.
Le date dei relitti spaziano dalla fine dell’età arcaica greca (525-480 a.C.) al periodo classico, ellenistico e romano, fino all’inizio dell’epoca moderna (1750-1850 d.C.). Complessivamente, le navi del tardo periodo romano sono le più numerose, ma ci sono imbarcazioni di ogni epoca : una nave del periodo tardo arcaico-inizio classico, con anfore dell’Egeo orientale; un carico ellenistico di anfore dall’isola di Coo; tre carichi romani di anfore del tipo di Sinope; un relitto con anfore nordafricane del III e IV secolo d.C., e un carico di vasellame del periodo tardo romano.
Anche noi abbiamo deciso di stare in rada e proviamo ad entrare in 3 delle baie a sud ma non trovaimo un posto buono dove metterci. Alla fine buttiamo l’ancora a Quarry Bay che si chiama cosi’ perchè sul fondo c’è una antica cava di marmo.
Buttiamo l’ancora con tanta catena e con la boetta e poi ci facciamo un tardivo pranzo con insalata.
Pisolini, nuotate e attardiamo anche un giro in sup che pero’ con questo vento non è per nulla cosa semplice.
Al tramonto andiamo in esplorazione alla cava: Potino e scarpe da ginnastica. Ci sono ancora dei semifatti di marmo: pezzi di colonne e sarcofagi e la montagna è tutta tagliata in verticale. Ci arrampichiamo fino in cima anche se non c’è un vero e proprio sentiero e camminiamo fra cespugli di erbe aromatiche che profumano tantissimo.
Dall’alto c’è una bellissima vista sulla baia e Tipota è l’unica barca.
Aperitivo e per cena Fabio prepara pasta al pomodoro. Purtroppo io e Claudia non stiamo molto bene per cui andiamo a nanna senza giocare a nulla pero’ c’è una magnifica stellata e la cava viene illuminata di viola.
Segue una notte tormentata dalle raffiche di Meltemi che stranamente non cala!